La schiscetta: un must per chi lavora in ufficio, per chi ha pause pranzo corte, per chi non ha trovato bar o ristoranti che fanno al caso suo vicino al luogo di lavoro. Ma che cos’è la schiscetta e da dove arriva questo termine? Il termine ‘schiscetta’ è dialettale, e si riferisce ad un contenitore usato da operai e studenti per trasportare cibo pronto fuori da casa (in Piemonte è diffuso il termine ‘barachin’). Deriva da schiscià che in milanese significa ‘schiacciare’, perché il cibo veniva appunto schiacciato nel contenitore. Il portavivande è ormai entrato nel commercio diffuso, con attenzione alla funzionalità ma anche all’estetica e al design. La schiscetta più celebre è quella creata nel 1952, è ‘la 2000’ progettata da Renato Caimi e prodotta industrialmente dalla Pentolux. È un’icona del boom economico ed è esposta al museo del design della Triennale della Villa Reale di Monza e il brevetto originale è esposto all’Ara Pacis di Roma. Nel dopoguerra andare in trattoria a mangiare era da benestanti, e se senza la mensa aziendale, operai e lavoratori si organizzavano portando il pranzo da casa. Gianni Caimi, figlio del realizzatore de ‘la 2000’, racconta come il padre inventò il contenitore ermetico, avo dei portavivande in commercio oggi: “Mio padre era sul tram che collegava Nova Milanese a Milano. Allora tutti lo usavano per andare a studiare o lavorare. A un certo punto la vettura ha sobbalzato e un pentolino per la minestra è caduto sul cappello di un viaggiatore”.
Il contenitore ideale
Ovviamente il contenitore deve essere ermetico, per evitare spiacevoli fuoriuscite soprattutto di liquidi che renderebbero la pausa pranzo meno pratica. Il materiale di cui deve essere costituito, inoltre, deve poter passare dal frigo al forno elettrico fino a 100-120 gradi e ovviamente poter andare nel microonde. L’ideale sarebbe portare con sé anche un piccolo barattolo per tenere i condimenti. Nella maggior parte degli uffici sono presenti un frigorifero e un microonde ma nel caso non ci fossero, in commercio esistono scaldavivande che funzionano con una presa di corrente o addirittura con l’accendi sigari della macchina quando si è in viaggio.
Sano e buono
Per alcuni la schiscetta è un modo per utilizzare gli avanzi della sera prima, per altri solo un modo per evitare di mangiare sempre panini, per molti sta diventando un vero stile di vita per mangiare sano anche fuori casa. L’ideale è creare un piatto unico che rispetti i principi di una corretta alimentazione, spiegati con efficacia dalla Harvard School of Public Health, in collaborazione con la Harvard Health Publications. Il piatto deve essere composto da verdure variegate, meglio se di stagione, deve prevedere per un quarto della quantità cereali integrali, da prediligere a quelli raffinati, e bisogna scegliere una sola fonte di proteine. Ovviamente, è consigliato bere spesso acqua senza cedere alle bevande zuccherate.
I consigli degli chef
Il mondo di internet è pieno di ricette e consigli per una pausa pranzo in ufficio da gourmet. Mangiare in ufficio non significa doversi accontentare di cibi precotti insapore o pesanti e in là con la cottura. Alcuni segreti però, come quelli dello Chef Fabio Zago, docente dell’Accademia Gualtiero Marchesi, possono rendere il lunch box un’appetitosa alternativa: non condire le verdure a casa perché è meglio conservarle in frigo fino all’ultimo minuto per preservarne la freschezza e la croccantezza e solo quando è il momento di consumarle, condirle; se si vuole mangiare un piatto di pasta caldo in ufficio, quando la si cuoce a casa, scolarla molto al dente e poi passarla subito sotto acqua fredda per evitare che si prolunghi la cottura.