“Ogni anno, in Italia, circa 60.000 persone muoiono in conseguenza di un arresto cardiaco, spesso improvviso e senza essere preceduto da alcun sintomo o segno premonitore. La letteratura scientifica internazionale ha ampiamente dimostrato che in caso di arresto cardiaco improvviso un intervento di primo soccorso, tempestivo e adeguato, contribuisce, in modo statisticamente significativo, a salvare fino al 30 per cento in più delle persone colpite”. Sono i dati resi noti nel Gazzettino Ufficiale della Repubblica Italiana nel trattare le linee guida dell’utilizzo dei Defibrillatori nei luoghi pubblici. Installare un Defibrillatore Semiautomatico, non solo rispetta le normative vigenti (Decreto Balduzzi del luglio 2013) e da poco aggiornate, ma può salvare una vita. In caso di arresto cardiaco, infatti, effettuare delle compressioni toraciche esterne è determinante per la sopravvivenza. Pochi semplici gesti che non rendono vana qualsiasi altra attività di pronto soccorso. Dopo il massaggio cardiaco è fondamentale utilizzare il Defibrillatore che “consente anche a personale non sanitario – come si legge nel Gazzettino Ufficiale – di erogare una scarica elettrica dosata in grado, in determinate situazioni, di far riprendere un’attività cardiaca spontanea”.
LA CATENA DI SOPRAVVIVENZA
Le linee guida sull’utilizzo dei defibrillatori, spiegano gesti e azioni necessarie per far sì che il defibrillatore sia davvero uno strumento salvavita. Il personale addetto all’utilizzo del DAE (Defibrillatore Semiautomatico Esterno) nelle Pubbliche Amministrazioni e nelle aziende, deve essere regolarmente formato da corsi certificati che spieghino passo a passo l’uso del Defibrillatore, uno strumento nato per essere usato anche da personale non sanitario. In generale, infatti, i DAE sono provvisti di istruzioni così da facilitarne l’utilizzo a tutti gli individui in situazioni di pericolo.
Ed è bene rispettare poche regole per essere sicuri dell’efficacia del DAE:
– addestramento continuo
– la presenza di un DAE e la facile accessibilità
– la gestione e manutenzione del DAE
– la condivisione dei percorsi con il sistema di emergenza territoriale locale.
I DAE devono essere marcati CE come dispositivi medici ai sensi della vigente normativa comunitaria e nazionale (Dir. 93/42/CEE, D.lgs n. 46/97) e devono essere resi disponibili all’utilizzatore completi di tutti gli accessori necessari al loro funzionamento, come
previsto dal fabbricante. La formazione deve essere fatta ogni due anni, bisogna prevedere controlli e verifiche dell’apparecchio che deve sempre avere batteria carica. I defibrillatori devono essere collocati in luoghi accessibili e facilmente riconoscibili, con una segnaletica ben visibile.
LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nel luglio 2019 la Camera dei Deputati ha approvato, con nessun voto a sfavore, il Testo Unico che prevede “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero”: entro il 2025 le Pubbliche Amministrazioni dovranno dotarsi di defibrillatori e dovranno formare il proprio personale, in sedi che abbiano almeno 15 dipendenti e che siano aperte al pubblico. Scuole e Università sono ora definiti luoghi prioritari nell’installazione dei defibrillatori, ma la legge Lapia-Mulè, indica anche aeroporti, scali marittimi, stazioni ferroviarie, mezzi pubblici oltre, ovviamente, agli Uffici pubblici. Lo stato ha stanziato 4 milioni di euro per il 2020 e 2 milioni di euro per il 2021 e il 2022. Un importante passo per una legge salvavita che salvaguarda i cittadini, creando una via di intervento immediata in caso di arresto cardiaco.