La parità di genere è un diritto fondamentale, affermato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e si ottiene quando uomini e donne hanno uguali diritti, responsabilità e opportunità in tutti i settori della società e quando gli interessi, i bisogni e le priorità di uomini e donne sono ugualmente valutati.
Negli ultimi anni, la parità di genere è diventata un tema sempre più centrale nel mondo del lavoro. Per colmare il gap della gender equality c’è ancora tanta strada da fare, soprattutto a causa di fattori culturali che si traducono poi in disuguaglianze concrete, come il divario salariale, la scarsa presenza femminile ai vertici o la mancanza di un adeguato work-life balance. Sempre più aziende, però, si stanno dando da fare e si stanno rendendo conto che promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche una strategia vincente per il business.
Vediamo insieme quali sono le nuove certificazioni per la parità di genere delle imprese.
Il Sistema di certificazione della parità di genere
Per definire chiare regole aziendali sulla parità di genere, in Italia è stato introdotto il “Sistema di certificazione della parità di genere” UNI Pdr 125:2022: un intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a titolarità del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. La Certificazione è disciplinata dalla legge n. 162 del 2021 e dalla legge n. 234 del 2021 ed ha l’obiettivo di definire delle linee guida, assicurare una maggiore qualità del lavoro femminile, promuovere la trasparenza sui processi lavorativi nelle imprese, ridurre il “gender pay gap” e aumentare le opportunità di crescita in azienda, tutelando la maternità.
Come si ottiene la Certificazione?
La Certificazione, valida tre anni, è rilasciata solo da organismi di certificazione accreditati. Per ottenerla, le aziende devono adottare specifici KPI (Key Performance Indicator) e monitorare sei aree, totalizzando un punteggio minimo del 60%. Le aree da esaminare includono cultura e strategia, governance, processi relativi alle risorse umane, opportunità di crescita ed inclusione femminile in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
Quali sono i vantaggi per le imprese che ottengono la Certificazione?
Le aziende certificate possono godere di diversi vantaggi, come sgravi contributivi e un punteggio premiale sia nel caso partecipino a bandi per fondi nazionali e comunitari, sia nelle procedure di affidamento di appalti pubblici. La Certificazione si traduce anche in vantaggi all’interno dell’azienda, come un ambiente di lavoro più sereno, team più coesi e un aumento della competitività delle aziende certificate, che possono vantare una reputazione virtuosa sia come “best place to work” per i dipendenti, sia a livello di immagine per i clienti.
La direttiva europea sulla parità retributiva
Per ridurre il divario retributivo di genere, l’Unione Europea ha anche approvato la direttiva 2023/70, che obbliga le imprese europee, pubbliche e private, a divulgare le informazioni necessarie per confrontare gli stipendi dei dipendenti e segnalare eventuali disparità.
Le norme sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE e gli Stati membri avranno tempo fino al 7 giugno 2026 per conformarsi. Con questa direttiva, i datori di lavoro dovranno anche far sì che gli avvisi di posto vacante e i titoli professionali siano neutri sotto il profilo del genere e che le procedure di assunzione siano condotte in modo non discriminatorio, così da non compromettere il “diritto alla parità di retribuzione”.
Insomma, ottenere la parità di genere è fondamentale per diffondere una migliore cultura aziendale e manageriale, generare valore economico, e soprattutto aiutare lo sviluppo del Paese.
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