Il cellulare, un prolungamento del nostro arto, una presenza imprescindibile nella nostra vita. Quando diventa eccessivo? Come porci dei limiti pratici per distaccarci dal telefonino? Quando è una distrazione sul lavoro? Lo abbiamo chiesto a Monica Bormetti, psicologa e autrice di ‘#Egophonia’.
“C’è chi definisce il telefono il nostro 79esimo organo, quindi un organo aggiuntivo. E’ un oggetto che tocchiamo tantissimo e con cui passiamo gran parte della giornata la giornata ed il tutto è avvenuto in pochissimi anni. Quante volte lo tocchiamo? Una ricerca del New York Times dice che tocchiamo il cellulare 2617 volte al giorno, un numero indicativo per un utilizzatore medio, fino a 5000 invece per gli utilizzatori più costanti”
“L’utilizzo del cellulare è diventato automatico, quando ripetiamo un gesto per tante volte lo compiamo senza rendercene conto. Ci capita di sbloccare il telefono per rispondere ad un messaggio e dopo mezz’ora siamo ancora lì, senza un perché”.
“Sul lavoro bisogna darsi delle regole perché il cellulare può essere una grande fonte di distrazione. Servono regole ferree su quando utilizzarlo e per quale motivo. E’ una distrazione perché ci arrivano input senza una fine, non c’è null’altro di paragonabile e il nostro cervello è più propenso a compiere azioni, come una acquisto o un click, quando siamo distratti”