L’approccio agli acquisti responsabili mira a promuovere una nuova forma di relazione con i fornitori per sostenere l’aumento delle politiche di CSR aziendale.
Secondo l’ultimo ObsAr (Observatoire des achats responsables – Osservatorio degli acquisti responsabili), il 59% degli uffici acquisti ha fatto del miglioramento delle relazioni con i fornitori una parte essenziale del proprio processo di acquisto responsabile.
Standard internazionali che regolano il rapporto con i fornitori
Nonostante l’ObsAr riguardi principalmente le imprese francesi, illustra comunque una tendenza generale del mercato mondiale. Si tratta dell’insieme delle norme internazionali ISO 26000, dedicate alla responsabilità sociale delle imprese, e più precisamente della norma ISO 20400, creata nel 2017 come estensione della norma precedente.
Oltre a certificare l’attuazione di una politica di acquisto responsabile, lo standard ISO 20400 mira a consentire alle aziende e alle organizzazioni di tutte le dimensioni, sia del settore pubblico che privato, di coinvolgere in un processo simile tutti i loro fornitori oltre il tier 1.
Infatti, una volta che le organizzazioni iniziano a considerare la sostenibilità quando prendono decisioni di acquisto, influenzano la loro intera catena di approvvigionamento, spostandosi verso pratiche più responsabili. Le aziende che desiderano migliorare le loro prestazioni di CSR attraverso un processo di acquisto responsabile non possono raggiungere questo obiettivo senza prendersi cura di tutti gli attori della loro catena di approvvigionamento.
Proprio attraverso questi standard le aziende sono incoraggiate a sviluppare la relazione che hanno con i loro fornitori. L’obiettivo è quello di promuovere uno sviluppo di relazioni di partenariato tra committenti e fornitori, in una relazione win-win e nell’interesse dello sviluppo sostenibile, dell’etica e della conservazione dell’ambiente.
Verso una nuova valutazione dei rischi Verso una nuova valutazione dei rischi
La sfida oggi non è più solo quella di permettere ai buyer di basare le loro decisioni di acquisto sul solo criterio del prezzo e della consegna del prodotto, ma sull’intero costo del ciclo di vita. È quindi necessario prendere in considerazione anche i costi di utilizzo, di acquisizione e di fine vita. Sarà allora possibile determinare il “total cost of ownership”. Questa nozione, oltre ai rischi e ai benefici che comporta per l’azienda, include l’impatto ambientale, sociale e societario delle condizioni di fabbricazione e di utilizzo del prodotto in questione. Come tale, è importante stabilire una nuova mappatura dei rischi dei fornitori basata su criteri di CSR.
Quattro argomenti principali inquadrano il monitoraggio della CSR dei fornitori:
- La gestione ecosostenibile dell’intero processo di progettazione e fabbricazione del prodotto.
- Le condizioni di lavoro: in particolare il rispetto dei diritti umani fondamentali, l’assenza di discriminazione, il divieto del lavoro minorile e il rispetto delle norme di sicurezza.
- La dimensione etica del business: in particolare l’assenza di corruzione, il rispetto delle regole della concorrenza e il monitoraggio delle regole di marketing responsabile.
- Il monitoraggio esteso dei fornitori di livello 2 e 3 per garantire che le regole di acquisto responsabile si applichino a tutti.
Il dovere di essere d’esempio
In un recente studio dedicato alle relazioni tra clienti e fornitori nell’ambito della CSR, la società di consulenza PWC ha riferito che più del 70% dei fornitori sono regolarmente contattati dai loro clienti per quanto riguarda i temi di responsabilità sociale, soprattutto al momento dei bandi di gara.
La maggior parte (61%) dei fornitori pensa anche che queste richieste portino a migliorare la loro offerta e possano rappresentare una fonte di nuove opportunità.
Questo marcato interesse da parte dei clienti incoraggia i fornitori a creare anche dei sistemi per monitorare le performance legate alla CSR.
Inoltre, si chiede un maggiore coinvolgimento dei grandi clienti per promuovere l’orientamento responsabile attraverso i prezzi di vendita dei loro prodotti e servizi.
Certo, quasi la metà (49%) dei fornitori afferma di aver osservato miglioramenti nelle relazioni tra committenti e fornitori negli ultimi anni. Nonostante tutto, si rammaricano che le richieste di CSR dei maggiori attori non siano sempre coerenti con le loro pratiche, in particolare in termini di pressione sui prezzi o sui termini di pagamento. Anche lo squilibrio delle clausole contrattuali e le modifiche unilaterali dei contratti sono identificati come aree di progresso.
In generale, viene espressa una richiesta di sostegno supplementare. Questo sostegno può assumere le seguenti forme:
- Definizione di un piano d’azione congiunto tra appaltatori e fornitori
- Istituzione di incontri di follow-up per questo piano d’azione
- Organizzazione di workshop di formazione dedicati alla CSR
- Condivisione dei contatti e azioni di networking al fine di unire gli sforzi dedicati alla RSI
- Incentivi e misure di compensazione
- Sostegno finanziario
I fornitori chiedono anche una maggiore trasparenza da parte degli appaltatori. Per esempio, vogliono che la ponderazione dei criteri di CSR sia comunicata durante le gare d’appalto, o più feedback dei clienti alle risposte di CSR fornite durante queste gare d’appalto.
In generale, i fornitori si aspettano che anche il loro cliente adotti un atteggiamento esemplare.