Mascherine: Tipologie, Norme e Consigli per il Giusto Acquisto

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Le mascherine sono diventate un oggetto di uso comune. A partire dal 4 maggio 2020, come da decreto del Governo, ai fini del contenimento del Covid-19, c’è l’obbligo sul territorio nazionale di usare “protezioni delle vie respiratorie” nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, sui mezzi di trasporto e nelle occasioni in cui non si possa garantire il mantenimento della distanza di sicurezza. In comunità possono essere usate mascherine monouso o lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato, non infiammabili e che non rendano difficoltosa la respirazione, idonei a fornire un’ adeguata barriera, con forma e aderenza adatte a coprire mento e naso. Nel caso in cui compaiano sintomi, invece, è necessario l’utilizzo di mascherine certificate come dispositivi medici.

Differenze tra mascherine di comunità e mascherine chirurgiche

Le principali differenze sono state spiegate nelle Faq online del Governo. Le mascherine chirurgiche sono quelle a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione.

Le mascherine di comunità, invece, hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2.

I diversi tipi di mascherine in commercio

Mascherina chirurgica:

limita la diffusione di particelle potenzialmente infettanti da parte di individui infetti o potenzialmente infetti. Non ha funzione filtrante in fase inspiratoria, quindi non protegge dall’inalazione di particelle potenzialmente infettanti. Deve essere indossata da individui infetti o potenzialmente infetti.

FFP1 (Filter-Face-Pier):

filtra l’80% delle particelle ambientali con diametro a ≥ 0.6 μm. Se è dotata di valvola non ha funzione filtrante in fase espiratoria. Sono adatte per ambienti di lavoro nei quali non si prevedono polveri e aerosol tossici o fibrogeni. Nel settore edile o nell’industria alimentare, le maschere respiratorie FFP1 sono quasi sempre sufficienti. Proteggono da polveri atossiche e non fibrogene. La perdita totale può essere al massimo del 25%. Non è raccomandata per la protezione di agenti patogeni che si trasmettono per via aerea.

FFP2 (Filter-Face-Pier):

filtra il 95% delle particelle ambientali con diametro a ≥ 0.6 μm. Sono adatte per ambienti di lavoro nei quali l’aria respirabile contiene sostanze dannose per la salute e in grado di causare alterazioni genetiche. Se dotata di valvola, che è solo comfort per l’operatore, non ha funzione in fase filtrante in fase espiratoria. Deve essere indossata dagli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente infetti. Le mascherine FFP2 vengono utilizzate in condizioni in cui si è esposti ad aerosol, nebbie e fumi.

FFP3 (Filter-Face-Pier):

filtra il 98,99% delle particelle ambientali con diametro a ≥ 0.6 μm. Si tratta di mascherine antipolvere a filtrazione batterica utili per gli operatori sanitari (facciale filtrante FFP3 NR), sono monouso a tre lembi con valvola di esalazione coperta Norma di riferimento: EN 149:2001+A1:2009 e Certificazione secondo la EN14683:2005 in classe II R, per la protezione da fluidi e schizzi e superamento della prova di efficienza batterica (filtrazione batterica > 98%; resistenza respiratoria ≤ 5mm H2O/ cm2; resistenza agli schizzi > 120 mm/Hg).

Come per le altre mascherine, se dotata di valvola non ha funzione filtrante in fase espiratoria. Deve essere indossata dagli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente infetti, in particolare durante manovre che producono maggiore aerosolizzazione.

Le mascherine FFP2 e FFP2 proteggono dai virus, mentre le FFP1 no. La normativa di riferimento è la EN149 CEE. Le mascherine monouso riportano il marchio NR, quelle riutilizzabili hanno invece il marchio R.

Quali sono le norme corrette per mettere e togliere la mascherina?

Prima di indossare la mascherina è bene lavare le mani con acqua e sapone o con soluzione alcolica. La parte interna non deve essere toccata, vanno manipolati solo gli elastici o i legacci. Bisogna posizionare correttamente la mascherina facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento. Nelle mascherine chirurgiche la parte colorata è quella esterna. Una volta tolta, la mascherina non deve essere riposta né in tasca, né sui mobili o sui ripiani. Le mascherine lavabili devono essere igienizzate a 60°C.

Le nuove linee guida dellOMSL’Oms ha aggiornato le linee guida sull’utilizzo delle mascherine sulla base di nuove evidenze scientifiche: finora l’Organizzazione Mondiale della Sanità non consigliava alle persone sane di indossare una protezione, ora invita ad indossare le mascherine anche nei luoghi pubblici, quando sono particolarmente affollati e la distanza interpersonale è difficile da mantenere. Questa guida si basa su unattenta revisione di tutte le prove disponibili e unampia consultazione con esperti internazionali”, commenta il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. Vorrei chiarire che è un aggiornamento di ciò che diciamo da mesi, ovvero che le mascherine dovrebbero essere sempre e solo utilizzate come parte di una strategia globale nella lotta contro la Covid-19. Le mascherine da sole non proteggono dal Coronavirus. Inoltre lOMS consiglia, nelle aree in cui la diffusione del Coronavirus è altra, alle persone di età pari o superiore ai 60 anni e a coloro che sono affetti da altre patologie di indossare la mascherina in situazioni in cui non è possibile mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro. Secondo l’OMS l’utilizzo diffuso delle mascherine da parte di persone sane non è ancora supportato da prove scientifiche dirette e ci sono potenziali benefici e rischi da considerare.Si può ridurre il rischio di esposizione di persone infette che non hanno ancora sviluppato i sintomi, ma allo stesso tempo può aumentare il rischio di infezione se le mascherine vengono indossate o rimosse in modo scorretto oltre il falso senso di sicurezza che portano a trascurare le altre strategie fondamentali per contenere la diffusione del virus.