Le aziende devono gestire momenti difficili. La crisi legata al Coronavirus mette a dura prova chi fa impresa. Il PIL nazionale negativo, la chiusura forzata del lockdown solo solo alcune delle ripercussioni con cui si deve fare i conti. Non sarà un periodo semplice ma uscire dalla crisi non è impossibile. Senza abbattersi e facendo di difficoltà virtù, gli imprenditori devono trovare la chiave per reagire. Al di là dell’andamento dei mercati, dei cali di fatturato e della riorganizzazione generale per contrastare i contagi di Covid-19, è possibile ridurre i costi aziendali analizzando il sistema di approvvigionamento e rendendolo più efficiente.
Gli acquisti diretti e indiretti
La valutazione dell’attività di un’azienda si concentra spesso solamente sulle vendite e sulla fatturazione. E’ un errore che non deve essere commesso. La catena dell’approvvigionamento è fondamentale per definire un’impresa in salute. Gli ‘approvvigionamenti’ sono l’insieme delle attività svolte per assicurare la regolare disponibilità nei tempi, nella qualità, nelle quantità, nei luoghi, dei beni e dei servizi necessari per lo svolgimento delle funzioni dell’impresa. Gli ‘acquisti’ invece fanno parte delle attività di approvvigionamento ma consistono nel perfezionamento dei contatti di scambio coi fornitori. Le tipologie di acquisti sono molteplici, perché possono coinvolgere beni materiali come servizi. Ma la distinzione fondamentale è tra acquisti diretti e acquisti indiretti.
Gli acquisti diretti sono l’insieme di beni e materie prime necessari per ottenere il prodotto finale. Gli acquisti indiretti, sebbene non siano direttamente riconducibili al prodotto, sono comunque necessari per ottenerlo e quindi sono una parte rilevante del fatturato aziendale. Variano dai macchinari per la manutenzione, alla pulizia, passando dall’approvvigionamento energetico, alla sicurezza… insomma tutto ciò che permette alla macchina produttiva di procedere in modo efficace. Tendenzialmente gli acquisti diretti coinvolgono prodotti di poca varietà e quindi ci si affida a pochi fornitori. La varietà, invece, degli acquisti indiretti è ampia e questi beni provengono da un numero elevato di fornitori proprio a causa della diversità di prodotti necessari.
Con il tempo le aziende sono state portate a decentrare l’acquisto e la gestione di tutti questi costi indiretti che sono così lievitati, aumentando le spese della azienda a discapito degli introiti. Di solito nelle aziende di produzione il valore degli acquisti incide per il 60 % sul fatturato. Il 40-45% proviene dagli acquisti diretti, il 15-20% dagli acquisti indiretti. Gestire al meglio entrambe le attività diventa quindi fondamentale. Una riduzione dei costi del 2% può incidere sull’utile fino al 24%.
Gli acquisti indiretti, una governance su cui concentrarsi
Negli ultimi anni le aziende hanno compreso l’importanza di gestire al meglio i costi indiretti proprio per la forte incidenza che hanno sul fatturato. Gli acquisti indiretti, in Italia incidono per circa 150 milioni di euro. Un volume che conferisce un notevole potere contrattuale se i centri di acquisto non fossero frammentati. Accorpare diverse forze d’acquisto diventa fondamentale.
Creare un workflow collaborativo tra clienti e fornitori è la scelta vincente. La negoziazione con i singoli fornitori deve essere sostituita da un rapporto, da un’assistenza, da una capacità tecnica riscontrabile in un unico (o in pochi) fornitore.
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