Cosa sono le zone ATEX e come gestirle: classificazione e stoccaggio

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zone atex

Le zone “ATEX”, acronimo di “ATmosphere Explosive”, vengono classificate e segnalate per stoccare e depositare i materiali in sicurezza nonché scegliere le apparecchiature più appropriate per un ambiente in cui vengono stoccate sostanze pericolose e infiammabili.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di suddividere i luoghi di lavoro con atmosfere potenzialmente pericolose, tenendo conto della normativa europea ATEX 94/9/CE, approvata che individua le procedure di conformità da adottare.

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Per atmosfera esplosiva l’Atex intende un mix di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o combustibili che, con l’innesco, in determinate condizioni può causare una combustione o un’esplosione. I limiti di esplodibilità variano a seconda della pressione dell’ambiente e della percentuale di comburente presente in atmosfera.

La classificazione delle zone ATEX

Gli ambienti vengono classificati in base alla probabilità e la durata dell’esplosione per determinare il tipo di pericolo, attraverso un processo:

  1. lo studio parte dall’analisi delle caratteristiche chimiche e fisiche delle sostanze trattate, delle temperature e delle pressioni a cui sono soggette e al loro impiego nel processo produttivo.
  2. dopodiché si passa allo studio ambientale, che prende in considerazione ventilazione, temperatura, pressione e caratteristiche strutturali.
  3. si analizzano le sorgenti di emissione delle sostanze.
  4. le zone vengono classificate in tipologie, andando a delineare anche l’area di estensione del pericolo. Ogni installazione certificata ATEX viene segnalata tramite il marchio Ex accompagnato da una targhetta che indica Gruppo, Categoria, Ambiente, Modalità di protezione, Gruppo di gas e Classe di temperatura.

Quali sono le zone ATEX?

Zona 0 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o spesso un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia.
Zona 1 Area in cui durante le normali attività è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia.
Zona 2 Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia e, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata.
Zona 20 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o spesso un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria.
Zona 21 Area in cui occasionalmente durante le normali attività è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria.
Zona 22 Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile e, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata.

 

Esempi applicativi di stoccaggio nelle zone ATEX

Liquidi infiammabili e bombole a gas

Devono essere posizionati in aree esterne e recintate, al riparo dal sole, da pozzi e scarichi, segnalati da cartelli di grandi dimensioni che indichino la natura, il pericolo delle sostanze e i divieti annessi (come “vietato fumare”).

Acetilene nei cantieri edili

Se non sostituibile con nessun altro metodo alternativo, le bombole di acetilene devono essere riportate nell’area di stoccaggio appena il lavoro è completato e le bombole di riserva non devono essere tenute nel sito produttivo.

Deposito materiali combustibili

Devono essere posizionati lontani dal sito in modo tale che, in caso di incendio, le fiamme non si propaghino nell’edificio.

E tu, hai qualche zona ATEX nella tua azienda? Come l’hai classificata e come la gestisci?