“A settembre si torna a scuola in presenza e in sicurezza”: lo ha affermato la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, il 26 giugno scorso, annunciando con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le linee guida per la ripresa dell’attività scolastica dopo mesi di stop per l’emergenza legata al Coronavirus. Si tornerà dunque in classe, nelle aule e nelle scuole, negli asili e nelle palestre, ma con accorgimenti e modifiche sia per l’attività educativa sia per quella ricreativa.
Come si rientrerà a scuola?
L’inizio del nuovo anno scolastico è fissato per il prossimo 14 settembre, mentre dal primo del mese ci sarà spazio per il recupero degli apprendimenti di quegli studenti che non hanno ottenuto la sufficienza nel 2019-2020.
Ma come verrà strutturata la scuola dopo l’emergenza Covid? Nelle linee guida del governo si parla di classi divise in più gruppi in base al livello di apprendimento e anche di sezioni diverse. Dovranno essere organizzati turni differenziati per fasce d’età e, con piena facoltà di scelta per i singoli istituti, viene consigliato di aprire le scuole alle lezioni anche di sabato. La DAD – didattica a distanza – sarà una possibilità solo per le scuole di secondo grado. E gli spazi comuni, come corridoi, aree ricreative, dovranno essere delimitati con apposita segnaletica per evitare assembramenti.
Come poter garantire il distanziamento sociale a scuola?
Anche il MIUR – Ministero dell’istruzione – ammette che mantenere un metro di distanza tra gli alunni, ora come ora, è impresa molto difficile per la maggior parte delle realtà scolastiche presenti sul territorio italiano. Il Ministero ha quindi realizzato un ‘cruscotto’, un sistema informatico che incrocia i dati relativi a aule, laboratori, palestre disponibili con il dato degli studenti e la distanza da tenere. Così facendo ogni scuola potrà conoscere le priorità d’intervento e se necessario trovare spazi ulteriori in collaborazione con gli enti locali. Esisterebbero 3mila edifici scolastici dismessi che potrebbero essere recuperati, fermo restando che deve essere favorita, qualora possibile, l’attività all’aperto o fuori scuola (teatri, palestre, cinema).
I fondi a disposizione per riaprire in sicurezza
Il Governo ha stanziato 1 miliardo di euro, il “Fondo per l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, per permettere alle istituzioni scolastiche una riapertura in piena sicurezza. Scuole ed Enti locali, poi, possono accingere a finanziamenti finalizzati all’adattamento degli spazi interni ed esterni.
I dubbi
Il CTS – Comitato Tecnico Scientifico – dovrà valutare l’andamento dei contagi durante l’estate e quindi in base al quadro epidemiologico fornirà, almeno due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, le indicazioni specifiche per ciò che riguarda i dispositivi di protezione individuale per alunni e personale scolastico. Le linee guida, però, forniscono una bozza solo indicativa di come verranno riaperte le scuole. E le famiglie italiane si sfogano sui social snocciolando domande e dubbi. Cosa accade se risulterà un contagio tra le classi? In inverno, quando raffreddori e tosse sono all’ordine del giorno, come si potrà garantire la frequenza continuativa degli studenti? Con classi divise in piccoli gruppi, quali saranno gli orari garantiti? Per la fascia 0-3 anni che prospettive ci sono? Pre e post scuola sono realtà non più percorribili? Dubbi e domande che, almeno per il momento, faticano a trovare risposta. Il mondo sta faticosamente cercando di tornare alla normalità ma la categoria che difficilmente potrà vivere una ‘fase 3’ è proprio quella maggiormente da tutelare, quella dei più piccoli. Mancano due mesi e mezzo alla riapertura e si attendono novità nel dettaglio nelle prossime settimane.